giovedì 9 dicembre 2010

Wikileaks: cos'è questa bomba a orologeria che fa tremare i Big del Pianeta. di LIBORIO DI FRANCO

Julian Assange
Non esistono Stati,governi o aziende che non abbiano qualcosa da nascondere; qualcosa su cui far calare il silenzio per evitare linciaggi mediatici, incidenti diplomatici ed a volte qualcosa di più grave.Da un certo punto di vista, è ragionevole non divulgare determinate informazioni per salvaguardare il diritto alla sicurezza della comunità; ma chi opera tale giudizio? E soprattutto, come bilanciare tale occultamento con il diritto di stampa? Nel nostro ordinamento la Corte Costituzionale si è recentemente occupato dell’argomento con una sentenza che ha prodotto una bailamme di giudizi, per lo più negativi. In breve, la sent. 106/2009 ha escluso il sindacato di giurisdizione dall’individuazione delle notizie che possano costituire segreti di stato. Ebbene, a livello internazionale il Segreto di Stato, ma più in generale i documenti protetti dall’anonimato oggi sono messi in discussione. Governi ed Aziende tremano.Wikileaks,organizzazione internazionale ha pensato di trarre su se stesso il risalto mediatico (nonché l’antipatia), rendendo pubblici documenti riservati della diplomazia (soprattutto Americana) che i Governi si premurano accuratamente di proteggere con l’anonimato. I file sono inseriti nella rete a mezzo di server dislocati tra Belgio e Svezia, due dei pochissimi paesi che non condannano tale attività. La procedura è standardizzata, verificata la veridicità delle notizie e ovviamente preservata l’identità degli informatori, le notizie sono fruibili a portata di clic. Immaginarsi le conseguenze. A dispetto del prefisso, Wikileaks non va ricollegato a Wikimedia Foundation, l’organizzazione senza scopo di lucro che possiede i server di Wikipedia. Uno dei frontman dell’associazione, e indubbiamente persona alquanto controversa è Julian Assange. Programmatore e giornalista Australiano, Assange, per fare un eufemismo, non è ben visto dai vertici internazionali.
Per la prima volta nel mese di Luglio, l’organizzazione di Assange ha riempito le prime pagine di New York Times, The Guardian e Der Spiegel palesando il contenuto di alcuni documenti riservati sulla guerra in Afganistan. L’11 Settembre della diplomazia, come definito da Franco Frattini, è stato domenica 28 Novembre 2010: dopo enormi attese sono stati diffusi i contenuti di 251.287 documenti.Da Roma a Pechino passando per Parigi e Mosca e così tutto il mondo, non manca nessuno dei file dei diplomatici segreti. Inquietanti le definizioni di “nuovo Hitler” Ahmadinejad, anche il nostro premier Silvio Berlusconi è stato citato: vanitoso e distratto..
Assange aveva fatto una proposta per mediare con gli States, ma dalla Casa Bianca è intervenuto un rifiuto a trattare con un latitante. Hillary Clinton, con una nota del 31 luglio 2009, diede l’incarico di tenere sotto osservazione le intenzioni di Ban Ki-Moon presso le Nazioni Unite. Adesso la bomba Wikileaks è appena scoppiata, e ancora ci sono giga e giga di file ancora secretati. 
Come finirà? Sicuramente non sarà un segreto.

3 commenti:

Nutella ha detto...

ottimo inizio dell'articolo e perfetta padronanza del linguaggio giuridico, peccato per alcune imprecisioni di punteggiatura e sintassi nella seconda parte che non lo rendono scorrevole, e per i termini un po' a casaccio del finale. Bella la chiusura

di Fabrizio Vaccaro ha detto...

E' interessante far notare a chi vede negli USA del post guerra fredda una potenza in declino, la riprova del controllo pressochè totale che invece ancora operano sul mondo. In effetti, niente di nuovo sul fronte occidentale.. Nonostante le grandi speranze che il mondo aveva nei confronti di Obama. Ma è evidente che un uomo solo non può cambiare un sistema così collaudato e consolidato negli anni.

Liborio A. Di Franco ha detto...

@nutella:ti ringrazio per il tuo commento tecnico, purtroppo nella parte finale ho dovuto tagliare moltissimo per non diventare un pò pedissequo e noioso. Mi piacerebbe sapere CHI TU SIA..
@akilleSu vari giornali ho trovato scritto che siamo appena entrati nella guerra dei "byte", la guerra del futuro: Non ti uccide, ti rovina la vita.. ( e da qui una serie di conseguenze..)