venerdì 11 gennaio 2008

in ANTEPRIMA sul Blog un articolo del nuovo numero del periodico LA VOCE DEL POUND

NEANCHE LA BRUNI POTREBBE RIANIMARE PRODI E IL CENTRO-SINISTRA…

Il Presidente del Consiglio Romano Prodi, noto ai più come “il Mortadella”, ormai farfuglia. Fino a qualche mese addietro si riusciva nelle interviste almeno ad evincere le linee guida dei suoi pensieri; in tempi più recenti è un’impresa recepirne anche solo una parola. Prodi sembrerebbe davvero un uomo solo, abbandonato, in gergo politico, trombato per la seconda volta, induce quasi alla compassione, ma bisogna rimanere desti per porsi l’interrogativo che conta: come è possibile che Prodi e tutto il centro-sinistra siano ancora lì?!

Walter Veltroni delegittima Prodi quotidianamente, parlando da premier in pectore e contemporaneamente da sindaco di Roma e da segretario del Partito Democratico, lui che è sindaco per hobby (è dovuto intervenire addirittura il Papa per richiamare Veltroni sull’estremo degrado in cui versano certi quartieri della capitale!) e segretario per scelta altrui (la farsa delle primarie adesso ha davvero stancato, anche nel centro-sinistra!). Massimo D’Alema, Ministro per gli Affari Esteri, ha optato per una interpretazione letterale delle competenze del suo dicastero: se il predecessore Gianfranco Fini fu un inno al politicamente corretto, “il Baffetto” ha scelto direttamente l’anonimato, gestendo gli affari propri…all’estero. E la vittoria in sede O.N.U. della risoluzione sulla moratoria universale della pena di morte, seppur importante, è stata un successo solo mediatico, poiché adesso i 104 Stati favorevoli, e l’Italia promotrice in mezzo a quest’ultimi, dovranno convincere a rinunciare giuridicamente alla pena capitale gli altri 83 Stati (54 contrari e 29 astenuti) che la ritengono senza remore una misura necessaria. Ma gli Italiani, purtroppo, il boia se lo son ritrovato in casa: Tommaso Padoa-Schioppa, Ministro dell’Economia e delle Finanze, che, vampirizzato da Vincenzo Visco, suo vice ministro e gravemente implicato in tutti gli scandali recenti (dal caso Unipol al caso che ha visto il T.A.R. del Lazio dar ragione al generale Speciale e torto al vice ministro), ha definitivamente rimosso ogni speranza sulla ripresa economica delle famiglie medie italiane, introducendo nella finanziaria del 2007 una mole di tasse tragica, come non si subiva da decenni. Inoltre il sacrificio “chiesto” agli Italiani si è rivelato a posteriori una colossale beffa, e i motivi sono almeno due: innanzitutto perché, come ammesso di recente, i conti lasciati in eredità dal Governo Berlusconi non richiedevano un risanamento; in secondo luogo perché l’extra gettito fiscale ribattezzato “tesoretto” (scelta quanto mai infelice dato che non è stato affatto trovato, bensì scippato ai cittadini contribuenti) non tornerà in alcun modo agli Italiani, destinato, tra l’incapacità decisionale del Governo Prodi e i moniti dell’Unione europea, a ridurre irrisoriamente il debito pubblico. A questo punto risulterebbe pure superfluo citare i piagnistei di Clemente Mastella, Ministro della Giustizia, che, divenuto da tempo caprio espiatorio del centro-sinistra, non partecipa per protesta al Consiglio dei Ministri; oppure gli aut aut a Prodi puntualmente rimangiati di quella sinistra cosiddetta “radicale”, in realtà semplicemente comunista, che sui rifinanziamenti delle odiate missioni militari italiane all’estero e sulla voglia negata di una famiglia forzosamente innaturale ha mostrato dove tende il proprio radicalismo (alle poltrone!); infine il “De profundis” cantato al Governo Prodi dal senatore Lamberto Dini, al Senato determinante, e in modo politicamente più incisivo degli infausti senatori a vita.

Dinanzi a un quadro così scellerato che al contempo sembra destinato a rimanere immutato, il centro-destra vive al momento di personalismi, di banali battibecchi a mezzo stampa tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini prima, tra Silvio Berlusconi e Pierferdinando Casini poi, richiedendo a più riprese la mediazione di Azione Sociale e Alessandra Mussolini. Ma anche se la Casa delle Libertà è a ragion veduta una storia archiviata, le diverse anime del centro-destra dovranno necessariamente riunirsi, è naturale; che poi il tetto sia un partito unico o una federazione è dettaglio ininfluente. Il candidato premier dovrà essere Silvio Berlusconi, l’unico davvero capace di ottenere consensi e rispettare programmi. Poste le premesse, allora ci si potrebbe porre un solo obiettivo: far governare l’Italia agli Italiani. Chi ha fiducia nella democrazia non può tollerare oltre il paradosso che governi chi è stato eletto per una legge sicuramente più vicina alla “porcata” che al diritto, chi non ha mai avuto i numeri per farlo, chi dopo un anno e mezzo si è procurato la stima di un italiano su cinque e ha letteralmente bloccato il Paese (dagli avvocati ai magistrati, dagli autotrasportatori ai metalmeccanici!). Annaspanti, non si attende che conoscere il “quando”. Quel momento in cui il popolo italiano avrà la facoltà di evoliana memoria di “rialzarsi, risorgere interiormente, dare a se stesso una forma, creare in se stesso un ordine e una drittura”.

Pietro Forestiere

1 commento:

Anonimo ha detto...

L'analisi del momento politico,decisamente ingarbugliato,è limpida e completa.Ci sarebbero davvero tantissime cose da dire ma credo che la realtà supera qualsiasi commento possibile.Mi sembra comunque chiaro che l'Italia abbia un assoluto bisogno di una riforma strutturale del suo assetto istituzionale in tempi rapidissimi.C'è un assoluto bisogno di velocizzare la politica nelle sue scelte,e allo stesso tempo è chiaro che si debba fare in modo che non esistano più governi come questo,dove vi sono non so più quanti partiti con idee politiche agli antipodi!Modelli in giro per il mondo occiedentale ce ne son parecchi,si può anche copiare,perchè no,l'importante è sbrigarsi perchè il Paese così non regge più!!!
Vi ringrazio per lo spazio concesso a noi cittadini in questo blog e vi mando un in bocca al lupo per il vostro lavoro.C'è bisogno di giovani!!ciao