lunedì 28 febbraio 2011

Totò "vasa vasa": prove tecniche di redenzione, passando per Rebibbia. DI LIBORIO DI FRANCO


La cella definitiva per Totò Cuffaro è una singola e misura tre metri per quattro. C’è una branda, una scrivania, la tazza del wc e un finestrino in fondo. Così almeno la descrive il senatore Riccaro Villari, che è andato a trovare l’ex collega a Rebibbia, per scontare la pena di sette anni. Lui è in pantalone e camicia, lo sguardo limpido, la voce tranquilla. Cuffaro non si lamenta, non chiede sostegno. I due conversano in piedi per 20 minuti - c'è una sola sedia - con cella aperta, guardati a distanza da un dirigente del carcere. Sulla scrivania non ci sono giornali, come a sottolineare il distacco dalla vita quotidiana. Ci sono molti libri. La Bibbia, certo. E poi Guerra e Pace, lettura del momento. “la sua è una risposta a chi ne ha voluto fare una caricatura: la coppola, i cannoli, vasa vasa. Se ha sbagliato sta pagando, il messaggio del corpo è quello di un uomo delle istituzioni che non condivide ma rispetta. La sua sobrietà segna un distacco rispetto a tutto quanto oggi è spettacolo, rumore”. Cuffaro non ha parlato di se stesso ma della famiglia, dei figli. Secondo quanto riferisce Villari, l’obiettivo dell’ex governatore della Sicilia è mantenere un comportamento che sia esemplare che possa nonostante tutto sostenere i suoi cari. “Non commento la sentenza giuridica, ma chi troppo frettolosamente ha espresso una sentenza sull’uomo Cuffaro dovrà fare una riflessione”.

I due si sono salutati con un abbraccio. Il campano gli ha promesso la prossima volta gli porterà qualche libro. Intanto, a Palermo, in un altro processo a carico dell’ex senatore, il Pm smontava la tesi della difesa sostenendo che Cuffaro non può essere dipinto come un ingenuo nelle mani dei boss e chiedeva altri 10 anni di carcere. Ma lui, ed è la prima volta, non si è presentato in aula. Leggeva Tolstoj..

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