La cella definitiva per Totò Cuffaro è una singola e misura tre metri per quattro. C’è una branda, una scrivania, la tazza del wc e un finestrino in fondo. Così almeno la descrive il senatore Riccaro Villari, che è andato a trovare l’ex collega a Rebibbia, per scontare la pena di sette anni. Lui è in pantalone e camicia, lo sguardo limpido, la voce tranquilla. Cuffaro non si lamenta, non chiede sostegno. I due conversano in piedi per 20 minuti - c'è una sola sedia - con cella aperta, guardati a distanza da un dirigente del carcere. Sulla scrivania non ci sono giornali, come a sottolineare il distacco dalla vita quotidiana. Ci sono molti libri. La Bibbia, certo. E poi Guerra e Pace, lettura del momento. “la sua è una risposta a chi ne ha voluto fare una caricatura: la coppola, i cannoli, vasa vasa. Se ha sbagliato sta pagando, il messaggio del corpo è quello di un uomo delle istituzioni che non condivide ma rispetta. La sua sobrietà segna un distacco rispetto a tutto quanto oggi è spettacolo, rumore”. Cuffaro non ha parlato di se stesso ma della famiglia, dei figli. Secondo quanto riferisce Villari, l’obiettivo dell’ex governatore della Sicilia è mantenere un comportamento che sia esemplare che possa nonostante tutto sostenere i suoi cari. “Non commento la sentenza giuridica, ma chi troppo frettolosamente ha espresso una sentenza sull’uomo Cuffaro dovrà fare una riflessione”.

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