giovedì 10 marzo 2011

Unità d'Italia: realtà da 150 anni, sogno di un millennio DI OTTAVIO PUGLIARES

Il 17 marzo verrà celebrato il centocinquantesimo anno dall’unificazione formale del regno d’Italia, approvata dal Parlamento sabaudo, così come segue:
Mazzini, Cavour e Garibaldi
“Articolo unico: Il Re Vittorio Emanuele II assume per sé e suoi Successori il titolo di Re d'Italia. Ordiniamo che la presente, munita del Sigillo dello Stato, sia inserita nella raccolta degli atti del Governo, mandando a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato. Da Torino addì 17 marzo 1861". In realtà l’unificazione era ben lontana dall’essere completa, in quanto dovremo aspettare il 1866 per la conquista del Veneto, il 1870 per ottenere Roma e la prima guerra mondiale per il Trentino Alto Adige e Trieste. Il sentimento della nazione e della cultura unica era presente già dai tempi di Dante( Ahi serva Italia di dolore ostello) e Petrarca( Italia mia benché il parlar sia indarno), ma la presenza degli Stati Regionali ostacolò fortemente ogni politica di riunificazione. Cavour, Garibaldi, Mazzini e Vittorio Emanuele II furono gli indiscussi protagonisti, aventi tutti lo stesso obiettivo, quello di riunificare l’Italia, ma con punti di vista assolutamente opposti e caratterizzati da un profondo odio personale reciproco. Il processo di riunificazione fu molto più complesso e meno eroico di quanto ci venga raccontato, con alcuni punti oscuri e poco apprezzabili, ma certamente fu il trionfo dell’affermazione della volontà di questi “ribelli” nei confronti di un potere esterno, soprattutto l’Austria, inizialmente quasi impossibile da sconfiggere.

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