mercoledì 7 dicembre 2011

IL CASO ISLANDA: QUANDO IL POPOLO SCONFIGGE L'ECONOMIA GLOBALE di Davide Danieli

Nel 2008 l'Islanda ha subito un crack finanziario ed era sull'orlo della bancarotta, e in questo stato coperto di ghiaccio è iniziata una rivoluzione pacifica taciuta dalla maggior parte dei mass media.
La bancarotta è stata causata dall'indebitamento delle tre maggiori banche islandesi, i cui creditori sono in gran parte britannici e olandesi.
Quando il debito doveva essere colmato, fu chiesto un aiuto al Fondo Monetario Internazionale, il quale però pretese altissimi tassi d'interesse.
Nel 2009 allora il popolo fu chiamato alle urne per un referendum che decidesse se addossarsi o meno un debito contratto da un privato nei confronti di altri privati: ebbene, il 93% della popolazione sentenziò di non voler pagare il debito delle loro banche.
Adesso sono state nazionalizzate gran parte delle banche islandesi e sono stati arrestati i banchieri responsabili della bancarotta, mentre l'Islanda si appresta a uscire dalla crisi senza cessioni della propria sovranità a nazioni straniere, ma piuttosto con un percorso di riappropriazione dei diritti e della partecipazione. Lo tengano a mente i cittadini italiani.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Articolo sulla rivoluzione islandese D.D.