domenica 14 ottobre 2012

L'ANALISI POLITICA di Liborio Di Franco


Cincinnato lascia l'aratro per
diventare dittatore a Roma
autore: Juan Antonio Ribera - 1806
La legislatura sta volgendo al termine e, con essa, l'esperienza del governo Monti, il quale, si auspica così come Lucius Quinctius Cincinnatus nel V secolo a.C., dopo aver salvato la Repubblica dagli eccezionali pericoli in cui versava, tornerà presto all'aratro che aveva abbandonato nei Prata Quinctia su richiesta del Senato. Tuttavia, l'incapacità da parte della classe politica italiana di dare una risposta convincente alla crisi economica che si è abbattuta sull'Europa, principale ragione per la quale i maggiori partiti italiani si sono abbattuti nella "strana maggioranza" che ha consentito la nascita del governo dei tecnici, ha portato due gravi conseguenze:

la creazione di un insanabile frattura tra i partiti e la società, che ha contribuito al sorgere di una mobilitazione populista che fa appello al demos in conrapposizione all'èlite del ceto politico; lo spostamento del potere reale verso luoghi sempre più opachi e inaccessibili, il che ha progressivamente ridotto gli spazi di libertà politica,dell'esercizio della politica inteso come capacità di incidere attraverso la volontà sui processi reali dell'economia.


Ne consegue che, se i partiti non riusciranno a ricostruire un ponte tra società e Stato, la politica nazionale diventerà presto il luogo della narrazione sganciato dalla decisione ed il populismo l'altra faccia della tecnocrazia.

E' dunque compito principale delle forze politiche moderate e progressiste del paese proporre un progetto di riforme per il Paese, capace di parlare alla maggioranza degli italiani.
L'obiettivo principale dovrà rimanere la sfida della crescita economica, indispensabile per uscire dal circolo vizioso del debito pubblico e mettere in sicurezza la costruzione europea. E' proprio in questo quadro di riforme, non può non essere inserito un rafforzamento della Costituzione Europea per dar vita ad uno spostamento degli equilibri internazionali verso le più grandi potenze al mondo.
Tirarsi indietro di fronte alla complessità e alla difficoltà della politica, oltre che una mancanza di fiducia in noi stessi, costituirebbe una rinuncia alla speranza di un'Italia migliore.
Non c'è un momento da perdere. Il tempo del cambiamento è adesso.

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