venerdì 24 ottobre 2008

Legge 133 e Decreto Gelmini: Obiettivi sbagliati di una giusta protesta.

Il mio è un pensiero controcorrente, contro la retorica e il qualunquismo che in questi giorni si respirano nelle piazze italiane "invase" da orde di studenti manipolati e strumentalizzati da qualche "capopopolo" dal megafono facile e dal bagaglio culturale modesto se non mediocre. "Ci battiamo per il nostro futuro" dicono. E fin qui non ci sarebbe nulla di sbagliato, senonchè l'obiettivo preso di mira dalle proteste spesso non è nemmeno ben conosciuto dagli stessi manifestanti, con conseguenze grottesche: vedere gli studenti delle superiori manifestare per due provvedimenti che non riguardano minimamente la scuola secondaria rappresenta il saldo drammaticamente negativo di un pressappochismo e di una superficialità ormai segno distintivo di una intera generazione.
Ma è negli Atenei che si sta consumando una vera commedia in salsa farsesca.
Anzichè protestare contro le baronie, contro le Università che sprecano risorse, contro i disservizi, contro le raccomandazioni, questi sedicenti sessantottini di ritorno concentrano la loro veeemenza (talvolta violenza) contro dei tagli che rappresentano purtroppo l'unica opzione per riportare Rettori scialacquoni e Presidi spendaccioni sull'unica via che può davvero dare un futuro serio all'Università pubblica: la via della responsabilità finanziaria, della meritocrazia, della centralità dello studente e non dei docenti.
La crisi economica di tanti Atenei deriva prima che da veri o presunti tagli dalla prolifelazione di corsi spesso inutili e improduttivi, da promozioni tanto facili da apparire sospette, da investimenti in stipendi già abbondantemente gonfi anzichè in ricerca e strutture.
In Italia esistono 37 corsi di laurea con un solo iscritto (!), aperti solo per premiare qualche "barone" in cerca di un ufficio da Preside. Corsi inefficenti ma soprattutto, nella maggior parte dei casi, inutili: come definire altrimenti il "Corso di Scienze dell'allevamento, igiene e benessere dei cani e dei gatti" aperto a Bari da qualche mente davvero illuminata?
Si scenda pure in piazza per il "futuro" allora. Ma sia chiaro che quel futuro è messo in dubbio prima che dai tagli di Tremonti da quella "casta" universitaria che in 30 anni ha reso il sistema universitario italiano uno stipendificio inefficiente e improduttivo, allergico alla meritocrazia e alla responsabilità.

STEFANO D'AUGUSTA

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao, bè sai Stefano, purtroppo non hai un'opinione così contro corrente come credi, non per niente questo blog è di destra o sbaglio?... Credo fermamente che tu abbia torto: pensi davvero che per il semplice fatto che alcuni provvedimenti della ormai legge Gelmini-Tremonti,etc non riguardano esclusivamente la scuola superiore noi liceali non possiamo manifestare comunque? Pensi davvero che lottiamo solo per i tagli all'istruzione? Hai letto bene la legge e ciò che comporta per i disabili, le scuole dei piccoli centri? Sai che l'accorpamento delle classi, anche nei licei, può comportare un abbassamento della preparazione degli alunni? Non ti do torto riguardo alle inutili facoltà che sono state create e riguardo agli sprechi comunque...ma ci sono parti della legge che non possono essere accettate.

Anonimo ha detto...

Cara Elisabetta, sono d'accordo con te nel dire che diverse cose di questi provvedimenti non sono condivisibili. Ma il punto centrale della mia critica è l'incapacità da parte del mondo studentesco di focalizzare l'attenzione sui veri mali della scuola italiana. Dalle scuole escono ragazzi del tutto impreparati rispetto ai pari età europei, talmente impreparati da riempire poi di fuori corso le università. In sostanza avrei voluto vedere qualche striscione contro l'assenza di merito e responsabilità che colpisce la scuola (e società) italiana. E sui tagli (il 3% annuo...non le cifre astronomiche che si sentono dire) lancio la mia sfida: innestiamo un meccanismo virtuoso che dia più fondi alle scuole capaci ed efficienti e meno fondi a quelle sprecone e inefficienti. Su questo piano si gioca la sfida per dare un serio futuro ai giovani. Ciao e grazie per essere intervenuta.