domenica 23 giugno 2013

AUGUSTA E MAFIA: IL 25 GIUGNO PRIMA UDIENZA

di Liborio Di Franco
Un comunicato ufficiale di nemmeno dieci righe e una seduta durata cinque minuti. Dalle 18.45 alle 18.50. Così il consiglio dei ministri ha disposto lo scioglimento del Comune di Augusta. Tutto ciò ha colpito subito numerosi politici della zona, accusati di voto di scambio aggravato, concorso esterno in associazione mafiosa e scambio elettorale politico-mafioso.
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Ora che da Roma si è avuta una risposta concreta alle vicende giudiziarie tristissime che hanno interessato la cittadina e che ha portato allo scioglimento definitivo del comune, dato che, secondo lo Statuto siciliano, le dimissioni del sindaco comportano solo la cessazione dell’attività della giunta, ma non del consiglio comunale, che rimane in carica fino a nuove elezioni (legge 15 settembre 1997, n. 35); il consiglio comunale è sciolto per diciotto mesi, tempo durante il quale, l’amministrazione potrà essere “epurata” da qualsiasi potenziale forma di minaccia proveniente dagli ambienti malavitosi locali. Nel frattempo, i tre commissari che hanno sostituito il 15 marzo La Mattina (anch'egli subentrato a sua volta dopo le dimissioni dell'ex sindaco) stanno cercando di risanare le casse dell'Ente Comunale, in stato di profondo rosso.
Lo scorso 30 Agosto si era insediata una commissione ispettiva nominata dal Prefetto di Siracusa al Comune di Augusta. Detta commissione, coordinata dalla vice prefetto vicario Giusy Scaduto, aveva ricevuto un mandato iniziale per effettuare delle indagini. In questi quattro mesi i funzionari amministrativi della Prefettura di Siracusa coadiuvati da agenti di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza, hanno preso visione ed acquisito una grande mole di documenti.
I componenti della Commissione avrebbero acquisito non solo la documentazione relativa all’attività dell’Amministrazione comunale, ma anche atti deliberativi risalenti dagli anni 60’ in poi. La documentazione riguarderebbe tutti i settori ed anche l’attività del Consiglio comunale.
Nel frattempo una grande indignazione è dilagata tra la popolazione, costretta a subire la nuova "nomea" di città mafiosa: una nomea inaccettabile per tanti cittadini che seguono una condotta di vita onesta e dignitosa.
Alla conclusione delle eventuali udienze e  dei processi che verranno, sapremo chi ha avuto le maggiori responsabilità del dissesto etico, finanziario, sociale e politico del Comune di Augusta, suddividendole agli amministratori ed affidandone proporzionalmente le colpe.
I quattordici imputati dovranno presentarsi il 25 giugno prossimo davanti al Giudice del’udienza preliminare, dottoressa Cosentino, cui spetta la decisione se accogliere o meno la richiesta avanzata dal Pubblico Ministero Ursino.
Nel fascicolo sono inserite due indagini portate avanti dai Carabinieri del Reparto Operativo del Comando provinciale di Siracusa: la prima è riconducibile all’operazione antimafia e antidroga denominata “Terra Bruciata”, con retata effettuata il 13 novembre 2007 ; la seconda, invece, riguarda l’operazione antimafia e antidroga denominata “Morsa” tra Augusta e città limitrofe.
Nella speranza di vedere la legalità trionfare e primeggiare su questa pagina di scandalo per i dirigenti locali e turpe per la città di Augusta, l'augurio che possiamo farci è che la città possa trarre insegnamento da questo triste epilogo e possa risorgere dalle ceneri quanto prima possibile: la strada è tutta in salita, speriamo di trovare delle buone guide e l'impegno delle persone perbene.

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