giovedì 8 marzo 2012

IL BUSINESS DELLA PIRATERIA SOMALA di Liborio Di Franco

Il recente caso della nave italiana ‘Enrica Lexie’ scoppiato in India ci dimostra quante insidie nasconda il fenomeno della pirateria marittima nell’Oceano Indiano. 
Come, esiste ancora la pirateria? Perché non si fa nulla per fermarla?
La prima cosa da dire è che questo “business” nacque in concomitanza con la Guerra Civile Somala, un conflitto iniziato nel 1986, per cui si combatte ancora oggi .
Come succede spesso con le guerre civili, le violenze somale portarono ad una profonda anarchia istituzionale e diverse multinazionali iniziarono a pescare massicciamente lungo le coste del Corno d’Africa, o ricevendo una sorta di lasciapassare da parte dei Signori della Guerra, Capi Locali che si erano oramai pienamente imposti a livello territoriale sulla popolazione contro il governo centrale, o pescando abusivamente, danneggiando i pescatori della zona. I Somali, decisero di reagire per salvaguardare la zona, prima con azioni mirate contro cargo di modeste dimensioni, poi con veri e propri attacchi coordinati da gruppi armati tesi al sequestro di imbarcazioni da liberare successivamente dietro riscatto finanziario.
Per molti anni il fenomeno passò inosservato ed i Pirati ottennero diversi successi, tanto da arrivare a formare veri e propri nuclei operativi di livello ,fino a che sotto pressione straniera, nel 2008, i brandelli di Governo di Transizione Somalo approvarono la formazione di una pattuglia militare internazionale, l’”Ocean Shield”, sostenuta dalla Nato e composta da navi di diversa nazionalità che cominciarono ad arginare l’attività legale nella zona pur non garantendo la fine dei sequestri.
Nel 2011 poco è cambiato.
I pirati - che amano chiamarsi “nazionalisti” o “Salvatori del mare” – non accennano ad arrendersi, definendo il loro operato come un tentativo di ristabilire la sovranità somala sulle acque loro circostanti mentre le navi del Patto Atlantico intercettano saltuariamente qualche imbarcazione e proteggono con molta difficoltà i commerci della zona.
Tutta questa vicenda, a tratti anacronistica in un mondo globalizzato, avrà mai fine? 
Si può ritenere che sia impensabile fermare dalle persone spinte dalla fame e dalla guerra civile a terminare i loro attacchi, giudicati peraltro da loro stessi come giusti in funzione del loro paese, come altresì poco realizzabile, a seguito della ritirata del 1995, una azione da parte della Nato più massiccia ed incisiva anche nelle zone dell’entroterra somalo, in modo tale da colpire l’intero apparato logistico-amministrativo dei Pirati.
La soluzione al problema è ovviamente solo una e nel breve periodo irraggiungibile: il conflitto in Somalia deve finire e solo il tempo e la Storia ci diranno chi ha vinto e se per la Somalia sarà stata la scelta giusta.

Nessun commento: