martedì 27 gennaio 2015

LE PEN, TSIPRAS E IL SUPERAMENTO DELLA VECCHIA CONTRAPPOSIZIONE TRA DESTRA E SINISTRA di Walter Bressi

A sentire le parole di Marine Le Pen nel dibattito contro Massimo D'Alema andato in onda appena una settimana fa negli studi di Giovanni Floris a "Di Martedì" sembra quasi di rileggere, ovviamente in chiave moderna, “L'elogio della democrazia ateniese” di Platone, piuttosto che Alexis de Tocqueville, noto emigrante francese nei neonati Stati Uniti della prima metà dell'800, che nella sua opera più importante, “La Democrazia in America”, scrive che "in generale, la democrazia dà poco ai governanti e molto ai governati". 

Nel suo rivendicare con forza la necessità di un governo della cosa pubblica "dal popolo, per il popolo", Marine Le Pen mette in imbarazzo un convinto europeista come Massimo D’Alema, che si dimentica di aver fatto parte per anni di un partito che giustificava le invasioni armate dell'Unione Sovietica in Ungheria e Polonia, e fa un elogio tocquevilliano proprio agli Stati Uniti, dipinti come il tempio della perfetta integrazione laicista, multiculturalista e multirazziale. Tralasciando il fatto che gli Stati Uniti, come Madame Le Pen non manca di sottolineare, non sono proprio l'esempio migliore che si possa portare. In primo luogo perchè si tratta di una nazione fondata sul l'immigrazione e su quelle carestie cicliche che spinsero milioni di europei (italiani inclusi) a riversarsi oltreoceano spodestando coi fucili la popolazione che lì vi si era insediata da secoli. In secondo luogo perché gli Stati Uniti, al contrario dell'Europa, sono una nazione che ha superato l'infamia della segregazione razziale solo da pochi decenni, e dove il mito della perfetta integrazione è tutt'altro che raggiunto. 
Ad ogni modo ciò che la Le Pen rileva, ed è quello che ci deve interessare per davvero, è questo dato di fondo: la contrapposizione classica tra destra e sinistra è finita. Certo, Massimo D'Alema è un uomo che si dice di sinistra, e può sembrare normale che in un dibattito non vada d'accordo con quella che al momento sembra essere, indiscutibilmente, la leader della destra europea. Eppure lei stessa lancia un messaggio chiaro a tutti quelli che la sostengono. Bisogna essere aperti a tutti i movimenti che pure da posizioni diverse mostrano una certa aspirazione alla libertà. 
Prova di questo sono le dichiarazioni esultanti rilasciate dopo la nuova rivoluzione greca di Alexis Tsipras, uomo che di sinistra lo è davvero, perché nel suo programma si trovano proposte care a questa fazione politica, come l’aumento del salario minimo dei Greci da 500 a 750 euro mensili, nonché la ricostruzione dello stato sociale che le imposizioni della Troika hanno in questi anni distrutto. E poi ancora case popolari, sanità , elettricità gratis per le famiglie più bisognose.

Ormai la vera contrapposizione è tra coloro che vogliono riportare la democrazia al centro del villaggio e coloro che difendono interessi di non ben definite entità sovranazionali. Dunque, se si può dire che da una parte e dall'altra la destra e la sinistra autentiche, che si diceva fossero morte politicamente sul finire del decennio scorso, stiano risorgendo, si deve anche dire che allo stato dei fatti convergono sul medesimo binario della protesta a Bruxelles, Francoforte e i vari centri di potere situati oltre i confini nazionali.

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